Davide Nicolo Lucio Dalla

Davide Nicolò

La punta di diamante, l'imprenditoria della riviera e la mucillagine.

a cura di Emanuele Zagor Treppiedi

Esiste un locale in cui ti sei sempre rifiutato di andare, sia come cliente che come lavoratore?
D.N.:
No assolutamente, frequentavo anche i locali di liscio magari il lunedì sera. Non stavo mai a casa, bisognava conoscere tutti, altrimenti come riempivi il tuo locale? C’era sempre una persona nuova e particolare da conoscere, un gestore che poi avrebbe avuto bisogno di te, un artista, un giornalista, un barman che un giorno avresti dovuto assumere. Ora infatti a causa delle overdose di relazioni ne ho la nausea e cerco di non andare mai in discoteca.

 

Quali sono stati secondo te i tre momenti che hanno segnato la storia della Riviera Romagnola
D.N.: Gli anni 60 e 70 come sviluppo turistico del divertimento di massa. La mucillagine e la scintilla dei primi locali che fecero tendenza e che prolificò per anni facendosi concorrenza leale e sistema (compreso le fiere, la tv e gli eventi)

Gli anni 60 e 70 come sviluppo turistico del divertimento di massa. La mucillagine e la scintilla dei primi locali che fecero tendenza e che prolificò per anni facendosi concorrenza leale e sistema (compreso le fiere, la tv e gli eventi).

 

I personaggi che cominciarono a mettere in luce la nostra zona più di altri luoghi. In tutto questo hanno contribuito con un ruolo fondamentale i locali e i gestori illuminati come Bibi Ballandi e il Bandiera Gialla, Diego Abbatantuono e Mauro Varriale per il Lady Godiva, Gianni Fabbri e i suoi Paradiso, Pineta e Pascià, Bruno Palazzi del Cocoricò, Claudio Cecchetto e Radio Deejay all’Aquafan.

 

Ci racconti qualche aneddoto divertente che della tua carriera? Da incontri con vip o artisti, a serate che sulla carta erano un successo ma che poi sono stato un tremendo flop, passando per clienti bizzarri? Perché secondo te la riviera romagnola è diventata la sede di così tanti locali? Che dinamiche o situazioni, magari anche politico/sociali, hanno permesso questo?
D.N.:
Innanzitutto creatività in una zona turistica, città senza troppa cultura, forse la discendenza con Fellini la dice lunga. Voglia di divertirsi e vivere bene, comunicazione, simpatia, direi “savoir-vivre” e “physique du role” della gente, senso dell’ospitalità. Ci fu un momento in cui la Riviera era un po’ come Cinecittà o l’Hollywood della dance, dj, ballerine, artisti in generale, vivevano tutti qui. Un po’ lo specchio di una metropoli artistica, dove si conoscevano tutti e così nacque la celebre canzone di Jovanotti “Gente della notte”. In quel periodo avevano casa in Riviera anche Vasco Rossi, Jovanotti, Fiorello e tanti altri.

Uno che ricordo è stata un’intiervista per Caos Tv a Giorgio Armani, in occasione di una serata in un locale milanese per gli orologi G Shok (21 marzo 1998. Finì la batteria per il faro e lui continuò l’intervista con una candela. Una sera girai tutta la notte con Vasco Rossi al Paradiso, lo facevamo passare tutta la notte per il suo sosia e si divertì tantissimo. Un’altra volta ricordo una decina di ragazzi che volevano entrare gratis al Byblos e mi dissero che mi conoscevano benissimo, che erano venuti a scuola con me e che erano stati con me la sera prima a cena, che avevo un orologio con i brillanti nel cinturino e che il selector all’ingresso li avrebbe dovuti far entrare. Quella sera ero io all’ingresso e non li avevo mai visti prima!

 

Che cosa ha reso magici quegli anni?
D.N.:A me verrebbe da dire la mucillagine e imprenditori illuminati! Sincronizzazione di tante menti creative e folli come me, non c’ero soltanto io.

 

mucillagine
Riviera romagnola 1989

 

Ad un certo punto però qualcosa nel mondo della notte si è inceppato e tutto quel divertimento è pian piano scemato, iniziano a chiudere i locali ecc. Cos’è successo? Come mai non siamo riusciti a mantenere questo primato sull’intrattenimento?
D.N.: Innanzitutto le leggi e gli imprenditori sono cambiate e sono diventati restrittivi. Poi per fare business si è cominciato ad omologarsi. Uno faceva una cosa che funzionava e gli altri la copiavano, quindi sempre meno investimenti e sempre meno ricerca.

Che cosa è rimasto di quegli anni? Cosa ci portiamo dietro oggi?
D.N.: 
Poca roba, diciamo ricordi e basta! Per giunta era un’era in cui non esistevano ancora i social network e internet in alcuni casi, quindi pochi video e poche foto. Ma le “feste” di allora non torneranno più! Sembrava sempre di essere in un film come ne “Il grande Gatsby”, “Moulin Rouge” o “La dolce vita”. Forse visto che sono riminese rimangono i sogni felliniani, adesso mi viene in mente una grandissima festa dedicata al circo e a Fellini al Paradiso. Che serate!

Ma come si regola il resto del mondo “notturno”: tu lavori a Ibiza, che per la costa romagnola rimane ancora mito ed esempio: lì che succede? E nel resto d’Europa? A Parigi dove hai lavorato ad esempio? E sulle altre spiagge italiane?
D.N.: In tutto il mondo esiste il bisogno di creare innovazione e rinnovare idee vecchie e leggi antiquate. Non penso nemmeno che ci stiano troppo a pensare, ma non si criticano mai le idee. Si cerca di metterle sul mercato, sperimentarle e vedere se portano novità, si testano dal vivo, non si guarda solo al profitto di alcuni ma dell’intera comunità. Il romagnolo, che per giunta era un bravo imprenditore del divertimento, si è visto portar via la bandiera di “primo della classe”, e fa di tutto per chiudere le possibilità che arrivano dall’esterno e, soprattutto, non ha più fiuto per la vera novità. Si provano a sperimentare formule che sembrano convenienti ma che non interessano il mercato. Non basta ad esempio volere una notte buona, alternativa alla notte trasgressiva e piena di caos, se la richiesta non è questa anzi bisogna fare in modo di venire incontro anche a questa richiesta, altrimenti i turisti la cercheranno altrove. Con questo non dico che in Romagna dovrebbe esserci più trasgressione, ma nemmeno nuotare a vuoto verso l’utopia di cose buone per forza. Rispetto a Ibiza, Cipro o anche Parigi qui manca soprattutto un turismo cosmopolita.