Davide Nicolo Lucio Dalla

Davide Nicolò

La punta di diamante, l'imprenditoria della riviera e la mucillagine.

a cura di Emanuele Zagor Treppiedi

Davide Nicolò quarantenne riminese, ora si definisce consulente artistico, rare relations, organizzatore e ufficio stampa e quando non dà una mano alla pescheria di famiglia si dedica ancora a qualche evento notturno. Il suo personaggio è nato proprio nella notte ed è stato anche grafico pubblicitario, direttore artistico, coordinatore della comunicazione e delle relazioni per moltissimi locali della riviera romagnola (poi anche di Milano, di Ibiza e di Parigi). Lo scrittore Pier Vittorio Tondelli lo definì uno che “é lontano dal mondo in cui vive, quanto può esserlo un chimico industriale da quelle casalinghe che usano il suo detersivo“. Con lui è nato il Cocoricò ma il Cocco è solo una delle tante cose che ci racconta in questa intervista.

Come nelle migliori delle interviste iniziamo dall’inizio: chi sei e come ti sei avvicinato al mondo della notte?
Davide Nicolò: Non mi piace parlarmi addosso, ma se me lo chiedete… Per le discoteche sono diventato famoso grazie al lancio e all’apertura nel ‘90 del Cocoricò e al periodo antecedente quando ero al Byblos, poi sono venuti, il Paradiso e il Pineta con cui ho collaborato fino a poco più di due anni fa. Poi il Fura a Desenzano, il Fitzcarraldo, lo Yab e il Meccanò a Firenze e i locali internzionali, a Ibiza ho collaborato con gli staff dello Space, del DC 10, del Pacha, e nel ’98 e ’99 con il Buddha Bar di Parigi. Poi sono diventato famoso per aver curato l’immagine e la comunicazione di dj e personaggi famosi. Faccio il grafico pubblicitario, il giornalista e il consulente d’immagine, basta mettere il mio nome su google e troverete il resto o i dettagli.

 

Quali sono stati i tuoi inizi, che mansioni avevi e cosa facevi nei primi locali in cui hai lavorato?
D.N.: Nei primissimi ero solamente un curioso osservatore e cliente. Avevo 16 anni e già a 17 lavoravo come ideatore di feste e grafico per l’immagine pubblicitaria. Dai 18 direttore artistico (direi un mestiere inventato da me, prima c’erano solo i proprietari, i direttori e i barman) oltre a quello che facevo già mi occupavo di promuovere le serate tramite la stampa, la comunicazione in generale, le relazioni pubbliche, selezionare artisti e spettacoli da proporre… Nell’ordine ho lavorato per Lady Godiva, Insomnia (quella di Cattolica), Ripa Discoscesa, Cellophane, Peter Pan, Villa delle Rose, Byblos di Misano Adriatico, Lex Club, Embassy, Baia Imperiale, Paradiso, Cocoricò (1990-1991), Coconuts, Ecu, Betty Page, Pascià, Prince, Pineta… tutti questi in Riviera, senza contare gli altri locali in giro per l’italia, a Milano, Firenze, Desenzano, al Sud, nelle capitali d’Europa come Parigi o a Ibiza

Nell’ordine ho lavorato per Lady Godiva, Insomnia (quella di Cattolica), Ripa Discoscesa, Cellophane, Peter Pan, Villa delle Rose, Byblos di Misano Adriatico, Lex Club, Embassy, Baia Imperiale, Paradiso, Cocoricò, Coconuts, Ecu, Betty Page, Pascià, Prince, Pineta… tutti questi in Riviera, senza contare gli altri locali in giro per l’italia, a Milano, Firenze, Desenzano, al Sud, nelle capitali d’Europa come Parigi o a Ibiza.

Sei stato grafico, direttore artistico e pr, ma come si lavorara ai tempi? Oggi con internet e la tecnologia ci sembra tutto facile ma in quegli anni come e con che mezzi operavate?
D.N.:
Non solo grafico, direttore e pr, quello che a me piaceva di più erano le consulenze immagine per eventi e personaggi dello show business e forse, tra le altre cose, anche scrivere su riviste importanti e curare rapporti per star della consolle, come Claudio Coccoluto, Picotto, Alex Natale, Cirillo, Ricky Montanari, Daniele Baldelli, Tommy Vee, DB Boulevard e molti altri. Era tutta un’altra cosa, un altro mondo. Inoltre senza i computer realizzare la grafica era molto più duro, per confezionare un invito, un manifesto o una pagina di giornale ci volevano giorni, poi la stampa…. Gli inviti andavano spediti e assoldavamo un esercito di ragazzini che scrivevano buste, e leccavano francobolli, poi c’era chi si doveva prendere in carico una città o una provincia intera per andare ad imbucare personalmente le lettere in modo che arrivassero prima… e poi i costi! Ma questo relazionarsi vis-à-vis aveva i suoi frutti, un cliente era un amico, il personale aveva più polso sulla situazione rispetto a oggi.

 

Hai spaziato da situazioni più underground, a situazioni più “borghesi/patinate” come il Byblos, arrivando poi al Cocoricò fino al 1991. Prima del tuo arrivo chi lavorava al Cocoricò? Ci racconti le tue diverse tappe come operatore della notte nei diversi club della riviera? Come mai ad un certo punto decidevi di cambiare locale? Cosa ti portava ad essere così versatile e soprattutto ad avere sempre successo ovunque andavi? Quali sono le persone che ti hanno dato una mano nel tuo percorso lavorativo?
D.N.:
Sarebbe infinito elencare tutte le persone che hanno collaborato con me e a cui devo qualcosa. Qualcuno è anche diventato in seguito molto più famoso di me in altri campi, stilisti che da me facevano i cubisti o i performer, barman e bellerine che sono diventate personaggi della tv eccetera eccetera. Comunque sicuramente devo molto al Dott. Aldo Gennari del Byblos che all’inizio ha riposto totale fiducia in me, avevo 18 anni e mi lasciava dare sfogo alla fantasia. Io pensavo e lui mi dava la possibilità di realizzare le stramberie più folli per l’epoca come la festa “Il colore dei Dollari” del 1986 quando lanciammo per il locale dollari veri; tutto era possibile.

Byblos 10986, festa Il colore dei Dollari
Byblos 10986, festa Il colore dei Dollari

 

Poi Bruno Palazzi e Osvaldo Barbieri con il Cocoricò, non dimenticherò mai l’entusiasmo. A proposito: prima di me al Cocoricò non ci fu nessuno, io c’ero anche prima. Quando si chiamava Lex Club e venne chiuso perché era in amministrazione controllata, io ero il direttore artistico per conto del tribunale di Rimini e mi occupai anche dei loghi del nuovo locale ovvero di quello che dopo il Lex prese i nome di Cocoricò. Ci fu una sola serata senza di me, quella dell’inaugurazione il 15 Agosto 1989 con Big Laura (ora non c’è più), io me ne ero andato 15 giorni prima per inopportune considerazioni (che poi si rivelarono giuste). Al Cocco ho sempre collaborato anche da dietro alle quinte in quanto ero il direttore artistico della Baia Imperiale e del Byblos e in estate non potevo essere presente al Cocco. Quell’inaugurazione non andò bene, lo staff era inadeguato e ci furono dei problemi anche per altri motivi. Io mi occupai di rigenerare il Cocco alla sua vera inaugurazione del 9 Marzo 1990, una serata chiamata “La Punta di Diamante”. Da quel giorno la notte non sarebbe stata più la stessa.

Io mi occupai di rigenerare il Cocco alla sua vera inaugurazione del 9 Marzo 1990, una serata chiamata “La Punta di Diamante”. Da quel giorno la notte non sarebbe stata più la stessa.

Più di 7000 persone, per l’epoca era fantascienza, con “le armi” a disposizione, non si investiva in pubblicità. Poi ci furono le programmazioni successive, il Capodanno in diretta Rai, Il compleanno di Lucio Dalla e le registrazioni dei suoi video, stilisti come Jean Paul Gaultier e Moschino a divertirsi ogni notte! Poi arrivarono Loris Riccardi e altri, con cui poi ho continuato a relazionarmi e a collaborare. Fino all’apertura dell’ECU, poi, per anni fino al 2009, ho continuato a occuparmi di relazioni esterne e ufficio stampa. Nonché di creare il libro e la programmazione per i 18 anni del locale: “Cocodiciotto FRAME!”, era il 2007.

 

Raccontaci le tue serate memorabili al Cocoricò, quelle realizzate grazie al tuo contributo e al tuo lavoro.
D.N.:
Le serate sono tantissime e non le ricordo tutte, posso dare particolare risalto a serate dove ho avuto ospiti speciali, nei diversi locali in cui ho lavorato, come Franco Battiato, Roberto d’Agostino, Jazzy B e Soul to Soul, Franco Moschino, Elio Fiorucci, Eva Robin’s, Jovanotti, Marco Ferreri, Tinto Brass e Dan e Dean Caten (Dsquared²), Federico Fellini…

soultosoul
Soul 2 Soul e Davide Nicolò

Ricordo di un pomeriggio al Cocoricò, ero in ufficio con Bruno Palazzi e mi arrivò una telefonata che preannunciava la visita del noto regista in un caldo pomeriggio di fine estate. Pensammo ad uno scherzo e invece lui con degli amici o conoscenti, Tonino Guerra e Maddalena (sua sorella) si materializzò. Cercavano locations particolari, forse per un film, poi non ci fece più sapere nulla fino a quando (mi hanno riferito, perché io purtroppo non c’ero) si presentò di nuovo una sera per fare un altro giretto tra la gente, non se ne accorse nessuno. Un’altra immagine più recente una sera che claudio Coccoluto si presentò con Fiorello Beppe che fece il vocalist gratis tutta la notte….
Una serata Pic Nic on Mars, con dei fantastici mostri volanti fatti di gomma piuma, le prime edizioni di Ritmo! le serate organizzate in collaborazione con la DMC dove si esibivano, in occasione di SIB e NightWave le star della discodance italiana, dai Black Box a Sima, Carolina Damas, Corona, F.P.I. Project, Double Dee, 49Ers, J.T.Company, Kim Mazelle, Alex Party, Digital Boy, Robert Miles…

 

 

Le prime serate con Cirillo, quelle con Red Ronnie, la Rai con “Il tesoro di Capodanno” (31 dicembre ’90), Lucio Dalla per le registrazioni del Video di “Denis” e “Attenti al Lupo”. Poi vennero le serate negli altri locali: I Marrs di Pump on the Volume alla Baia, Grace Jones, Kim Mazelle, Adeva, Denny Minogue al Byblos, (con Francesca Nesi e Francesco Sanavio), Barbara Tucker, Gloria Gaynor all’Ecu (tra l’altro feci anche una copertina per un remix di Alex Natale). Poi serate con super dj al Byblos, all’Ecu, al Paradiso, al Pineta, al Fura come Trevor Horn, Sven Vath, Pete Tong, Paul Oakenfold, Tony Humpries, Ralphi Rosario, Niky Siano, Jose Padilla, Dj Bruno, Ravin…

 

 

I M.A.R.R.S. di “Pump Up The Volume”, unica data in italia. Poi ricordo serate fatte in altri locali altrettanto importanti, oltre al Byblos dove ho organizzato insieme a Francesca Nesi: Adeva, poi Grace Jones con Francesco Sanavio, Barbara Tucker, Danny Minogue, una serata con Gloria Gainor e una copertina di uno suo remake.

 

Quando vai via tu, cosa succede al Cocoricò? Chi ne prende in mano la gestione? Che strada prese il club?

Loris Riccardi, art directore del Cocoricò
Loris Riccardi

D.N.: Grandi rivoluzioni, investimenti fortissimi e le genialate di Loris Riccardi: un genio, una persona favolosa, in controtendenza assoluta, il locale era ben impostato, non per togliere nulla a nessuno ma se il Cocoricò nei primi tre anni non fosse stato quello che era, non si sarebbe potuto sobbarcare le trovate di Loris! Buone fondamenta e un marchio ormai consolidato che poteva solamente crescere ancora. Il locale era già una macchina da soldi con possibilità di resistere a tutto quello che si proponeva, anche in contrasto con benpensanti. Si poteva permettere anche di lasciare migliaia di giovani fuori pur avendo serate con costi proibitivi da mantenere, e i fatti a Loris e a Bruno diedero ragione! I carri armati, i buddha giganti, i computer, la musica sempre più innovativa, le super star della consolle, il privé Morphine con Nico Note ecc. Il Titilla c’era già anche con me! La pubblicità tabellare in magazine sacri come il Rolling Stone inglese, Dj Mag (quello inglese), The Face, Vogue, Panorama ecc.